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grammatica e letteratura italiana | latina | greca

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L’esempio delle api

In BASILIO DI CESAREA / IL MEDIOEVO E LA TRADIZIONE CLASSICA / LETTERATURA ITALIANA

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Basilio, vescovo di Cesarea dal 370 al 379, è uno dei cosiddetti Padri della Chiesa, gli scrittori che definirono i principi della religione cristiana, difendendola dalle eresie e dai filosofi pagani.

Il passo che proponiamo è tratto dal Discorso ai giovani, un breve trattato, in greco, in cui l’autore affronta il problema dell’incontro tra cristianesimo e cultura pagana.

 

Trattandosi di scritti di ogni genere di argomenti¹, non bisogna dar credito a tutti indistintamente, ma quando vi presentano fatti o detti di uomini eccellenti, allora si devono accogliere volentieri, seguirli con spirito di emulazione e far tutto il possibile per imitarli; quando però passano a rappresentazioni di uomini perversi, queste allora bisogna evitarle, tappandoci le orecchie non meno di quanto fece Ulisse, come dicono gli stessi poeti, al canto delle Sirene. […] Come le api, a differenza degli altri animali che si limitano al godimento del profumo e del colore dei fiori, sanno trarre da essi anche il miele, allo stesso modo coloro che in tali scritti non cercano soltanto diletto e piacere, possono anche ricavarne una qualche utilità per l’anima. Dobbiamo dunque utilizzare quei libri seguendo in tutto l’esempio delle api. Esse non vanno indistintamente su tutti i fiori, e neppure cercano di portare via tutto da quelli sui quali si posano, ma ne traggono solo quanto serve alla lavorazione e tralasciano il resto. E noi, se siamo saggi, prenderemo da quegli scritti quanto si adatta a noi ed è conforme alla verità², e lasceremo andare il resto. E come mettendoci a cogliere dei fiori dal roseto evitiamo le spine, ugualmente, raccogliendo dai libri dei pagani quanto è utile, dobbiamo guardarci da quel che vi è di nocivo.

Da Basilio di Cesarea, Discorso ai giovani, a cura di M. Naldini, Nardini editore, Firenze

 

L’insegnamento che Basilio affida al suo Discorso è rivolto a giovani di 15 – 16 anni, che si avvicinano, per la prima volta nella vita, alla cultura classica: l’autore si propone di dare loro dei consigli quasi paterni, perché possano maturare un atteggiamento critico e responsabile nei confronti degli autori pagani.

Per fare in modo che il suo insegnamento risulti non solo chiaro ma anche piacevole, Basilio fa spesso ricorso alla figura retorica della similitudine. La più significativa ha come protagonista l’ape: essa, laboriosa e disciplinata, non distratta, come gli altri animali, dalla superficie delle cose (a differenza degli altri animali che si limitano al godimento del profumo e del colore dei fiori, dice infatti nel passo proposto), gli appare l’immagine più efficace per indicare ai suoi giovani discepoli la giusta via dell’apprendimento della cultura classica. I giovani dunque, proprio come l’ape, non dovranno fermarsi alla superficie, cercare solo diletto e piacere e posarsi ovunque: alla ricerca di una qualche utilità per l’anima, dovranno imparare a fare un uso corretto dei testi classici, senza disattendere o contravvenire alle verità della fede cristiana.

Lo stesso concetto è ribadito con un’altra similitudine, quella del roseto: la letteratura pagana può essere considerata propedeutica alla conoscenza dei misteri cristiani, a patto che ci si guardi dalle spine che essa presenta, che Basilio identifica in questo passo nelle figure di uomini perversi e in un altro momento del Discorso negli amori e nelle ubriacature, nella felicità che viene fatta coincidere con una mensa imbandita, negli dei antropomorfizzati…

Solo a queste condizioni il patrimonio classico può essere un ottimo strumento educativo per i giovani, perché essi, una volta abituati a guardare, per così dire, il sole nell’acqua (cioè le verità di fede stemperate e alleggerite nella cultura classica), getteranno lo sguardo nella luce stessa (le Sacre Scritture).

Note

1. Trattandosi…argomenti: si riferisce ai testi classici.

2. Conforme alla verità: si tratta, ovviamente, delle verità della fede cristiana.

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