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grammatica e letteratura italiana | latina | greca

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Gli aggettivi verbali

in AGGETTIVI VERBALI / FLESSIONE VERBALE / MORFOLOGIA / GRAMMATICA GRECA

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Gli aggettivi verbali sono formazioni nominali che derivano direttamente dal tema verbale (talvolta anche da quello nominale) con l’aggiunta di due diversi suffissi, – το / τη  e – τεο / τεα.

Il primo suffisso –  già documentato nelle tavolette micenee scritte in lineare B (per esempio in ka-ko-de-ta, χαλκόδετα, cinto di bronzo) – deriva da un aggettivo ed è quindi entrato solo in un secondo momento nel sistema verbale: lo dimostrano aggettivi verbali come ἄλυτος, insoluto, insolubile, che non può derivare da un verbo *ἀλύω, poiché non esiste; il secondo suffisso non è attestato in Omero e nei poeti eolici: esso compare infatti per la prima volta in Esiodo ed è usato soprattutto dopo il V secolo a. C.

A differenza del participio e dell’infinito, che rientrano nel sistema temporale e aspettuale del verbo, gli aggettivi verbali sono estranei a qualsiasi valore temporale e aspettuale, perché indicano solo il concetto espresso dal verbo.

La loro formazione si ottiene, dunque, così:

 

T.V.              suffisso                desinenza

λυ –        +       – τό –            +       – ς

λυ –        +       – τέο –          +       – ς

 

Il tema verbale, venendo a contatto con la dentale del suffisso, può subire delle modificazioni fonetiche, secondo le regole consuete; sono possibili anche altri fenomeni, come possiamo vedere da questo prospetto:

T.V. in gutturale + dentale = κτ

τάσσω (ordino) T. V. ταγ = τακτός e τακτέος

T.V. in labiale + dentale = πτ

γράφω (scrivo) T.V. γραφ = γραπτός e γραπτέος

T.V. in dentale + dentale = στ

κομίζω (porto) T. V. κομιδ = κομιστός e κομιστέος

T.V. in liquida e nasale + dentale = resta inalterato

ἀγγέλλω (annuncio) T.V. ἀγγελ = ἀγγελτός e ἀγγελτέος

T.V. in vocale breve = di solito allunga la vocale; a volte è inserito un – σ –

τιμάω (onoro) T.V. τιμα = τιμητός e τιμητέος

T.V. in dittongo = resta inalterato; a volte è inserito un – σ –

παιδεύω (educo) T.V. παιδευ = παιδευτός e παιδευτέος

T.V. monosillabico con apofonia = di solito usa il grado ridotto

τείνω (tendo) T.V. τεν = τατός e τατέος

T.V. con radici bisillabiche = ha vocalismo lungo

βάλλω (getto) T.V. βαλ(ε) / βλη = βλητός e βλητέος

Ricordiamo che tutti gli aggettivi verbali sono registrati dai dizionari come voci a sé stanti: la loro ricerca non costituisce quindi un problema.

 

AGGETTIVI IN – τός, – τή, – τόν

Questa forma, che è sempre usata solo come aggettivo, indica lo stato raggiunto o la possibilità di raggiungere uno stato: per questo è spesso definita aggettivo verbale di possibilità. L’aggettivo λυτός vale, pertanto,

  1. sciolto (equivalente del participio passato passivo italiano)
  2. solubile

Questa forma, molto diffusa, può essere semplice o composta. Se è semplice si declina come un aggettivo della prima classe a tre uscite; se è composta con preverbi mantiene questo modello di declinazione, ma di solito

  • con il valore di participio passato passivo ha due uscite ed è proparossitona
  • per esprimere possibilità ha tre uscite ed è ossitona.

Avremo così:

λυτός, λυτή, λυτόν   sciolto, solubile

διάλυτος, διάλυτον   disciolto, dissolto (stato raggiunto)

διαλυτός, διαλυτή, διαλυτόν che può dissolversi, solubile, dissolvibile

anche se, naturalmente, non mancano le eccezioni in tal senso (per esempio l’aggettivo καταγέλαστος, che ha due uscite e indica la possibilità (esso vale, infatti, derisibile).

Sulla base di quanto visto risulta chiara la corrispondenza di questo aggettivo, in latino, con il participio perfetto in – tus e con gli aggettivi in – bilis: λυτός equivale, pertanto, a solutus e solubilis.

 

AGGETTIVI IN – τέος, – τέα, – τέον

Questa forma esprime l’idea della necessità e del dovere: per questo viene definita aggettivo verbale di necessità. L’aggettivo λυτέος, sempre parossitono al nominativo singolare e sempre a tre uscite anche quando è composto, vale, pertanto

  1. che deve essere sciolto
  2. da sciogliere

Sulla base di quanto visto risulta chiara la corrispondenza di questo aggettivo, in latino, con il gerundivo in – ndus: λυτέος equivale, infatti, a solvendus.

Proprio questa corrispondenza ci rivela il principale uso di questo aggettivo: esso, infatti, in unione con il verbo εἰμί (spesso sottinteso) forma un costrutto simile alla perifrastica passivama molto meno frequente -, che può essere personale o impersonale.

COSTRUZIONE PERSONALE

Si ha con i verbi transitivi; l’aggettivo verbale e il verbo concordano con il soggetto costituito dalla persona o cosa che subisce l’azione; la persona a cui è inerente il dovere o che ha la necessità si trova in dativo (d’agente), più raramente con ὑπό e il genitivo.

Οἱ πολῖται ἡμῖν ὠφελητέοι εἰσίν

Noi dobbiamo aiutare i cittadini.

COSTRUZIONE IMPERSONALE

Questa seconda tipologia è più frequente di quella personale.

In questa costruzione il verbo εἰμί è alla terza persona singolare; l’aggettivo verbale può essere al nominativo singolare – o plurale – neutro e può reggere un complemento o una subordinata secondo le costruzioni proprie del verbo da cui esso deriva; può essere presente anche il dativo della persona a cui sono inerenti la necessità o il dovere. Poiché l’aggettivo verbale in forma neutra impersonale viene sentito come una espressione di necessità è possibile trovare la persona espressa anche in caso accusativo, poiché tali espressioni reggono, di solito, l’accusativo e l’infinito.

La costruzione personale si ha con verbi

  1. transitivi con complemento oggetto espresso (diversamente da quanto accade in latino)
  2. intransitivi o transitivi usati intransitivamente.

Ἡμῖν τοὺς πολίτας ὠφελητέον ἐστί.

Bisogna che noi aiutiamo i cittadini.

Φιλητέον ἐστί.

Bisogna amare.

Vediamo dunque insieme qualche frase in cui sono presenti degli aggettivi verbali.

ESEMPIO n.1

Ἔστι μοι θυγάτηρ ἀγαπητή.

L’aggettivo verbale ἀγαπητή è facilmente riconoscibile: il vocabolario ci informa che esso, parlando di figli, deve essere utilizzato nel significato di unico (in senso traslato dall’originario valore di participio passato passivo, amato). Poiché nella frase è presente un dativo di possesso tradurremo

Io ho un’unica figlia.

ESEMPIO n. 2

Ἐγὼ γὰρ τοῦτο […)] οὐκ ᾤμην διδακτὸν εἶναι (Plat. Prot. 319b)

Platone, in questa celebre frase tratta dal dialogo intitolato Protagora, esprime un suo pensiero mediante un aggettivo verbale che indica la possibilità: egli afferma, così,

Non credevo infatti che questo fosse insegnabile.

ESEMPIO n.3

Tοῖς πᾶσιν ἀνθρώποις οἱ θεοὶ τιμητέοι εἰσίν.

In questa frase sono presenti un aggettivo verbale in – τέος e il verbo essere; poiché essi concordano con il soggetto comprendiamo di trovarci di fronte a una perifrastica passiva personale. È indicata, con il dativo (d’agente), anche la persona a cui è inerente il dovere. Partendo proprio da quest’ultima potremo tradurre

Tutti gli uomini devono onorare gli dei (oppure, con un’espressione impersonale, Bisogna che tutti gli uomini onorino gli dei oppure, mantenendo la traduzione letterale – che a volte risulta un po’ pesante – Gli dei devono essere onorati da tutti gli uomini).

ESEMPIO n.4

Tὸν θάνατον ἡμῖν μετ᾿ εὐδοξίας αἱρετέον ἐστί.

In questa frase notiamo la presenza di un aggettivo verbale in – τέος e del verbo essere; è possibile riconoscere, nel pronome personale di prima persona plurale, un dativo (d’agente). La costruzione è dunque quella della perifrastica passiva impersonale, in questo caso – a differenza di quanto accade in latino – con un verbo transitivo accompagnato da un complemento oggetto. Partendo dal complemento d’agente e riferendogli l’idea di dovere potremo tradurre

Dobbiamo scegliere la morte con gloria (oppure, mantenendo il verbo impersonale, Bisogna che noi scegliamo la morte con gloria).

ESEMPIO n.5

Οὐδενὶ τρόπῳ ἑκόντας ἀδικητέον.

In questa frase l’aggettivo verbale in – τέος è al nominativo singolare neutro; manca il verbo, che sarà essere, come sappiamo molto spesso sottinteso: si tratta, dunque, di una perifrastica passiva impersonale. Poiché l’aggettivo verbale in forma neutra impersonale viene sentito come un’espressione di necessità, è presente un aggettivo in caso accusativo plurale, ἑκόντας, con valore predicativo, da riferire a un soggetto sottinteso in caso accusativo (ἡμᾶς ο ἀνθρώπους) che indica chi deve compiere l’azione nella proposizione che di solito segue questo genere di espressioni. La traduzione sarà, pertanto,

In nessun modo bisogna fare del male volontariamente oppure bisogna che noi in nessun modo facciamo del male volontariamente / bisogna che gli uomini in nessun modo facciano del male volontariamente.

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METODOLOGIA DELLA TRADUZIONE in GRAMMATICA LATINA

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