Una nuova mentalità
in EPITAFI DI ETA’ ELLENISTICA DEDICATI A FIGURE FEMMINILI / APPROFONDIMENTI / LETTERATURA GRECA

Nella presentazione di questo percorso abbiamo anticipato che per comprenderne a pieno il contenuto occorre fare riferimento all’epoca storica in cui si collocano gli epitafi su cui lavoreremo, l’età ellenistica. Con questa definizione si intende il periodo della storia greca che si estende dalla morte di Alessandro Magno (avvenuta a Babilonia nel 323 a. C. per cause ancora da chiarire) alla battaglia di Azio, combattuta nel 31 a. C., con cui Roma si assicurò il predominio sull’ultimo dei regni ellenistici, quello d’Egitto, retto dalla dinastia dei Tolomei.
Il mondo ellenistico fu profondamente diverso da quello classico e arcaico perché esso spezzò definitivamente gli angusti confini della polis e aprì ai Greci la via dell’espansione culturale in tutta l’ecumene, la terra abitata. La sottomissione della Grecia, infatti – avvenuta ad opera di Filippo II, salito al trono nel 359 a.C. – mise fine all’indipendenza delle sue piccole città stato. Dalle successive imprese del figlio Alessandro derivò, dopo cinquant’anni di lotte tra i suoi successori, l’insediamento di diverse dinastie macedoni – e dei relativi sovrani – nelle regioni conquistate: gli Antigonidi si stanziarono nella Grecia propriamente detta, i Tolomei in Egitto e i Seleucidi in Asia Minore.
I resoconti degli storici ci descrivono le regine macedoni come donne ambiziose, astute e spesso crudeli. Figure come quella di Olimpiade, sposa di Filippo II e madre di Alessandro Magno, o di Arsinoe, sorella e sposa di Tolomeo II, sconvolsero il panorama storico dell’epoca non solo proponendosi in ruoli fino ad allora considerati dai Greci esclusivamente maschili, ma anche utilizzando tattiche e armi inusuali per delle donne: Olimpiade, nel periodo in cui Alessandro era assente per la guerra contro l’impero persiano, fu a capo della corte macedone e contese il potere ad Antipatro, luogotenente che il figlio aveva lasciato in patria come reggente; Arsinoe, da parte sua, fu invece compagna di governo dello sposo-fratello per cinque anni, fino alla morte, avvenuta nel 270 a.C.
Olimpiade e Arsinoe non furono che due di una lunga lista di regine di origine greca che assunsero il potere al posto dei figli o dei mariti in assenza di questi ultimi o nella loro impossibilità di esercitare la reggenza. Accanto a loro si possono ricordare anche Artemisia, regina della Caria, che conquistò l’isola di Rodi e vi costruì il Mausoleo, una delle sette meraviglie del mondo; Euridice, regina macedone che si oppose a Olimpiade e che riuscì con astuzia e intelligenza ad amministrare la corte, anche se per breve tempo; Laodice, regina di Cappadocia e Bitinia, che organizzò la resistenza armata che consentì a suo figlio di salire al trono con il nome di Seleuco II e infine Cratesipoli, regina – famosa anche per la sua bellezza – di una parte del Peloponneso, che non esitò, dopo l’assassinio del marito, a porsi a capo dell’esercito.
Queste figure di donne, vissute nelle corti del periodo ellenistico, contribuirono inevitabilmente all’accrescimento del prestigio anche delle donne non appartenenti alle famiglie reali ma perlomeno alle classi elevate e, in conseguenza dello stesso meccanismo, anche di quelle delle classi medie.
Ma, accanto a questo elemento, ci fu un altro fattore storico che determinò una sempre più evidente attenzione nei confronti delle donne. Le grandi monarchie ellenistiche finirono con l’assorbire il potere politico effettivo e decisionale che le città – stato avevano, fino a quel momento, gelosamente conservato. Esauritosi tale potere sotto il monarca e il ristretto ambito della sua corte, l’attenzione dell’uomo comune, prima rivolta quasi esclusivamente alla politica e allo stato, si trovò costretta a spostarsi verso l’unico settore non controllato dal sovrano, cioè quello della vita privata. Cessata la possibilità di fare politica attiva e venuta meno, per l’uso sempre più consistente di mercenari, più esperti e preparati, la necessità di combattere, per l’uomo comune divenne più facile dedicarsi alla propria famiglia, agli amici, ai rapporti personali. Sono questi i nuovi ambiti in cui l’uomo ellenistico dimostra le proprie qualità, queste le nuove forme di socialità in cui esercita i suoi doveri, queste le attività da cui si aspetta fama e onore.
L’attenzione ai sentimenti, sempre più viva con il passar del tempo, finì dunque con il provocare una considerazione più profonda e radicata della famiglia: prova ne sia che a partire da questo momento diventano più frequenti gli epigrammi d’amore a scapito di quelli di guerra.
Un nuovo stile di vita influenzato dal comportamento di re e principesse, il contatto della cultura antica con città cosmopolite (Alessandria, Antiochia, Pergamo…), la frequentazione di popoli fino ad allora poco conosciuti (Egiziani, Siriani, Anatolici e Iraniani) furono dunque le principali cause del cambiamento della considerazione e della posizione delle donne in età ellenistica, cambiamento che si manifestò in parecchi settori della vita.
Tutti gli studiosi che si sono occupati, in epoca più o meno recente, della condizione delle donne in età ellenistica sono infatti concordi sul fatto che essa diventi decisamente più favorevole rispetto alle epoche passate: senza entrare nel merito della considerazione delle donne dal punto di vista affettivo, su cui avremo modo di tornare ampiamente nelle prossime lezioni analizzando gli epitafi, non si possono non citare gli evidenti cambiamenti che si ebbero in ambito legale, nel diritto matrimoniale, nella responsabilità economica, nell’istruzione, nel pensiero filosofico, nell’arte e nella letteratura.

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