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grammatica e letteratura italiana | latina | greca

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La vita… è ricordarsi di un risveglio

in TESTI \ PENNA SANDRO \ L’ETÀ CONTEMPORANEA \ LETTERATURA ITALIANA

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Il poeta Sandro Penna ha raccontato, durante un’intervista, che questa lirica – che egli considerava la sua prima poesia – è stata scritta in un risvolto di giornale, nel dormiveglia, nell’agosto 1928.

1La vita … è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all’alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto1 la malinconia
5vergine2 e aspra dell’aria pungente.

Ma ricordarsi la liberazione3
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l’azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
10un mare tutto fresco di colore.

S. Penna, Tutte le poesie, Garzanti, Milano

1La vita … è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all’alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto1 la malinconia
5vergine2 e aspra dell’aria pungente.

Ma ricordarsi la liberazione3
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l’azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
10un mare tutto fresco di colore.

S. Penna, Tutte le poesie, Garzanti, Milano

Nella prima strofa il poeta si risveglia, dopo una scomoda notte trascorsa in treno, nella luce fioca e nel freddo dell’alba, che sembra penetrare dai finestrini. Partito da Perugia, dove vive, per raggiungere la madre a Porto San Giorgio, nelle Marche, per trascorrere con lei alcuni giorni di vacanza, Penna si sente triste e malinconico, una sensazione strana e inspiegabile, poiché mai avvertita prima d’ora (egli la definisce, infatti, malinconia vergine).

La presenza, all’inizio del verso 6, in posizione enfatica, della forte congiunzione avversativa Ma cambia completamente il tono e il contenuto della lirica: la seconda strofa presenta, infatti, immagini luminose e positive (l’azzurro e il bianco della divisa del marinaio seduto accanto a lui, la freschezza del mare …), completamente diverse da quelle precedenti, che determinano il passaggio dalla sensazione di malinconia a un senso di leggerezza e di liberazione analogo a quello che si respira nei versi della lirica intitolata Il mare è tutto azzurro.

Il racconto di questo risveglio non costituisce certamente un semplice aneddoto estivo: poiché il viaggio allude spesso, in poesia, alla vita, è facile capire che la prima strofa, con le sue immagini negative (risveglio triste, luce incerta, corpo rotto, malinconia…), descrive, in realtà, l’amarezza e la sofferenza che caratterizzano spesso la vita dell’uomo, e che la seconda strofa presenta, al contrario, i momenti di serenità e di positività che devono essere riconosciuti e accolti con gioia.

Che questi due diversi aspetti della vita debbano essere messi in rapporto è evidenziato da numerosi elementi della lirica:
– il perfetto parallelismo che caratterizza gli elementi presenti nelle due strofe (risveglio / triste si oppone a liberazione / improvvisa, corpo rotto a marinaio giovane, luce incerta ad azzurro bianco, aria pungente a fresco di colore)
– l’aggettivo dolce, posto al grado comparativo
– la presenza, nelle due strofe, di elementi comuni (il verbo ricordarsi e un’identica punteggiatura)
– la presenza di due movimenti uguali e contrapposti, il primo dall’esterno all’interno e il secondo dall’interno all’esterno della carrozza del treno.

La vita – separata dai puntini di sospensione dal resto del testo, per evidenziare che è lei la vera protagonista – è infatti proprio questo: un alternarsi di momenti negativi e di momenti positivi, entrambi spesso non spiegabili. Il poeta, per esempio, non ha mai sperimentato la malinconia di un risveglio e altrettanto inspiegabilmente avverte dentro di sé un’improvvisa sensazione di leggerezza che nasce dalla casuale presenza al suo fianco (a me vicino) di un giovane marinaio: la visione dei colori della sua uniforme gli consente di cambiare completamente la percezione del paesaggio esteriore, da cui spariscono il freddo e il grigio, che lasciano posto alla luce, alla freschezza e al colore. La bellezza della gioventù e il senso di libertà e di vitalità che essa porta con sé sono dunque in grado di dissipare le sensazioni negative precedentemente avvertite dal poeta (aver veduto… aver sentito…) e di renderlo fiducioso in un futuro positivo.

Penna vuole dunque invitare il lettore a condividere con lui una certezza semplice, ma appagante: l’amarezza del vivere può essere cancellata da brevi e intensi momenti di gioia. Ha scritto il poeta e critico letterario Giovanni Raboni: “Penna è – fra tanti grandi interpreti del male di vivere – forse l’unico autentico interprete del sentimento opposto, cioè del “bene”, della gioia di vivere”, che nasce, appunto, da brevi e improvvisi momenti di serenità. Questi versi non costituiscono certo una meditazione filosofica: i tre puntini di sospensione dopo il termine vita fanno pensare a una riflessione, che viene invece subito fermata e sostituita da un ricordo, perché è la vita stessa a consegnarci degli insperati rimedi contro l’infelicità, in modo che si possa provare, come afferma lo stesso Penna in un’altra sua poesia, “una strana gioia di vivere anche nel dolore”.

Nella formulazione di questo messaggio consolatorio hanno una parte molto importante i colori: il bagliore bianco accecante della luce e l’azzurro intenso del mare – sollecitati e anticipati dai colori della divisa del marinaio – creano infatti un’atmosfera di grande positività. La presenza dei colori è così importante che negli ultimi tre versi del testo scompaiono addirittura i verbi, che lasciano il posto a pennellate che ritraggono il giovane marinaio nel fulgore di una luce che immette nella pienezza della vita, felicemente espressa dalla sinestesia (lo scambio di sensazioni) presente nell’espressione un mare tutto fresco di colore, in cui l’impressione tattile dell’acqua si fonde con la visione di colori luminosi e rasserenanti, che ben si sposano con la freschezza di una vita tutta da vivere, come quella che il giovane marinaio ha davanti a sé.

L’apparente semplicità di questi versi (dall’andamento prosastico, che ben si addice a una lirica che nasce come un appunto – su carta di giornale! – di un momento di vita vissuta) non deve ingannare: la lirica è infatti ricca di accorgimenti formali, a partire dalla struttura stessa del testo, due strofe di versi endecasillabi sciolti in cui l’estrema varietà di posizione degli accenti ritmici – propria di questo tipo di verso – consente di creare un ritmo ora più rapido (nella prima strofa) ora più lento (nella seconda), per sottolineare rispettivamente la durezza della vita e la sensazione di liberazione dalla malinconia.

Anche alcune cesure (pause) presenti nel verso sono particolarmente rilevanti: esse, infatti, coincidendo spesso con un segno di interpunzione forte (i due punti), mettono in evidenza dei vocaboli su cui il poeta desidera attirare l’attenzione del lettore (per esempio l’aggettivo incerta, che sottolinea la precarietà dell’esistenza umana e l’aggettivo giovane, che lega la gioia della vita soprattutto alla stagione della giovinezza).

Il lessico, apparentemente semplice, risulta in realtà frutto di una attenta ricerca, che privilegia, nella prima strofa, vocaboli caratterizzati da suoni duri come la r e la t, per sottolineare le sensazioni negative, e nella seconda vocaboli che presentano molte a e m, suoni che comunicano, al contrario, un senso di positività.

Meritano di essere sottolineati anche i numerosi enjambement, che, separando elementi solitamente uniti, hanno lo scopo di enfatizzare, ponendoli in primo piano, nella prima strofa le difficoltà della vita dell’uomo (risveglio / triste… malinconia / vergine), nella seconda il fatto che la liberazione dal dolore e dalla malinconia arrivi del tutto improvvisa e inaspettata).

Particolarmente significativo, infine, l’uso dell’infinito, che rende universali le considerazioni del poeta, sottraendole a qualsiasi dimensione spazio – temporale definita per sottolinearne soltanto il valore esperienziale (ecco perché gli infiniti sono al passato!) e consolatorio: il poeta compare esplicitamente, infatti, solo al verso 7, permettendo così di comprendere che quanto detto non nasce da pensieri e da contenuti astratti ma da un’esperienza autobiografica, da un vissuto reale e concreto che, basandosi sui dati dell’esperienza (non è certamente un caso che il primo titolo dato dal poeta al testo fosse Sensazione), lascia intendere che è possibile per tutti assaporare la pienezza della vita, anche solo per un attimo…

Note

1. Rotto: indolenzito a causa della scomoda notte trascorsa in treno.

2. Vergine: sconosciuta, perché mai avvertita fino a quel momento.

3. Liberazione: la sensazione di libertà dalla malinconia che ha appena provato.

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