Congiunzione
in MORFOLOGIA \ GRAMMATICANDO \ GRAMMATICA ITALIANA
Congiunzioni coordinanti

Tre volte… E
La congiunzione coordinante e può assumere tre valori diversi:
– copulativo → per unire due elementi: È una guida esperta e un abile sciatore
– avversativo → quando crea una contrapposizione, con il valore di ma, eppure: Ho mangiato tanto e (= eppure) ho ancora fame!
– conclusivo → quando chiude un pensiero, con il valore di quindi, pertanto, dunque, perciò: Hai superato l’esame di teoria e (= quindi) puoi iscriverti a quello di pratica.

Una congiunzione… di troppo!
Usare insieme due congiunzioni coordinanti dello stesso tipo costituisce un grave errore: non si potranno mai unire, per esempio, ma e invece, ma e però, ma e bensì, perché sono tutte congiunzioni coordinanti avversative.
Diremo, quindi:
Ero suo amico, ma mi ha deluso (e mai ero suo amico, *ma però mi ha deluso).
Se invece le congiunzioni sono di tipo diverso, è possibile utilizzarne due contemporaneamente: la frase Ero suo amico e quindi mi aspettavo un comportamento diverso è corretta, perché e è una congiunzione copulativa e quindi conclusiva.
Congiunzioni subordinanti

Congiunzioni tuttofare!
Alcune congiunzioni possono assumere valori diversi (e quindi introdurre diversi tipi di subordinate): tra le più importanti ci sono
– QUANDO
che può introdurre una subordinata
– temporale
– interrogativa
– avversativa
– condizionale
“Era troppo tardi, quando (= temporale) mi hai chiesto scusa: fammi sapere quando (= interrogativo) capirai davvero il tuo errore! Pretendi di avere ragione, quando (= avversativo) hai chiaramente torto. Quando (= condizionale) dovessi capirlo, potremo riparlarne”.
– COME
che può introdurre una subordinata
– modale
– comparativa
– interrogativa
– temporale
“Ho fatto come (= modale) mi hai chiesto: non è stato difficile come (= comparativo) pensavo. Dimmi come (= interrogativo) posso rimediare: come (= temporale) ti vedrò, arrossirò per la vergogna”.
– PERCHÈ
che può introdurre una subordinata
– finale
– causale
– consecutiva
– interrogativa
“È troppo tardi perché (= finale) tu possa avere il mio perdono: mi hai chiesto scusa perché (= causale) hai davvero capito il tuo errore? Sono troppo arrabbiato perché (= consecutivo) io possa buttare tutto alle spalle. Mi chiedo perché (= interrogativo) dovrei farlo”.

Che cosa fai? Questo è il problema!
Alcune parole possono avere la funzione di avverbio, ma anche di aggettivo, pronome, preposizione e congiunzione.
Per non fare confusione in proposito, basta ricordare che…
NIENTE e NULLA
sono avverbi se significano per niente, in nessun modo; sono pronomi se significano nessuna cosa.
Non mi interessa niente (= per niente → avverbio) di quel che dici, per me è come se tu non avessi detto niente (= nessuna cosa → pronome).
PRIMA e DOPO
sono avverbi se modificano un verbo; sono preposizioni quando precedono un nome o un pronome (e quindi introducono un complemento); sono congiunzioni quando precedono un verbo e introducono una subordinata.
Se fosse arrivato in piazza prima (= con un verbo → avverbio) – e comunque non dopo (di) te (= con un pronome → preposizione) – avrebbe fatto in modo di passare in biblioteca già prima (di) (precede un verbo e introduce una subordinata → congiunzione) tornare a casa.
DAVANTI e DIETRO
sono avverbi se modificano un verbo; sono preposizioni quando reggono un nome o un pronome (e quindi introducono un complemento).
In gita chi soffre l’auto deve sedere davanti (= con un verbo → avverbio): dietro il guidatore (= con un nome → preposizione) la nausea si sente più forte!
VICINO, LONTANO, DENTRO e FUORI
sono avverbi se modificano un verbo o un avverbio; sono aggettivi quando accompagnano un nome; sono preposizioni quando reggono un nome o un pronome.
Cerchiamo vicino (= con un verbo → avverbio) un bar aperto a quest’ora: il ristorante vicino (= si riferisce a un nome → aggettivo) è già chiuso e ha comunque dei prezzi fuori controllo (= con un sostantivo → preposizione)!
Se si ha un dubbio sul valore aggettivale, basta volgere l’espressione al plurale: se ciò è possibile, si tratta sicuramente di un aggettivo (nel nostro caso, infatti, è possibile dire: i ristoranti vicini → aggettivo)
MOLTO, TROPPO, TANTO, POCO, CERTO, PROBABILE…
sono avverbi se modificano un verbo, un aggettivo o un avverbio e sono invariabili; sono aggettivi se si riferiscono a un nome, con cui concordano.
Mi ha infastidito troppo (= con un verbo → avverbio) quello che non ha fatto; ho molto (= si riferisce a un nome → aggettivo) lavoro, non posso fare anche il suo!
Se si ha un dubbio sul valore aggettivale, basta volgere l’espressione al plurale: se ciò è possibile, si tratta sicuramente di un aggettivo (nel nostro caso, infatti, è possibile dire: molti lavori → aggettivo)
OVUNQUE e DOVUNQUE
sono avverbi se modificano un verbo; sono congiunzioni quando uniscono due frasi.
Mi è molto affezionato: mi accompagna ovunque (= modifica il verbo → avverbio), dovunque (= unisce due frasi → congiunzione) io vada.
QUANDO, PERCHE’, COME e DOVE
sono avverbi quando introducono una domanda diretta; sono congiunzioni quando introducono una domanda indiretta (e quindi una subordinata interrogativa indiretta).
“Perché lo fai?” (= introduce una domanda diretta → avverbio) ↔ Mi chiedo sempre perché (= introduce una domanda indiretta → congiunzione) lo fai.

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