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grammatica e letteratura italiana | latina | greca

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Elementi di sintassi

in SINTASSI DELLA FRASE \ SINTASSI \ GRAMMATICANDO \ GRAMMATICA ITALIANA

Analisi logica

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Come si analizzano i verbi servili e fraseologici

Quando si fa l’analisi logica, i verbi servili e fraseologici non devono essere analizzati nelle loro singole componenti (come accade nell’analisi grammaticale) ma come un unico predicato verbale.

Mettiamo a confronto i due tipi di analisi di sto per studiare:

ANALISI GRAMMATICALE
Sto: voce del verbo stare, 1ª coniugazione, indic. pres., 1ª pers. sing., intrans., att., valore fraseologico
per: preposizione semplice
studiare: voce del verbo studiare, 1ª coniugazione, inf., pres., trans., attivo.

ANALISI LOGICA
Sto per studiare = predicato verbale.

Soggetto

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Soggetto o vocativo?

Per individuare correttamente il soggetto, bisogna partire sempre dal predicato. Questo procedimento è particolarmente efficace per evitare di incorrere in errori determinati dal senso della frase.

Per esempio, nella frase Roberto, hai già terminato la relazione? il soggetto non è Roberto, come potrebbe sembrare dal senso, ma il pronome di seconda persona singolare tu, sottinteso, che si accorda perfettamente con il predicato hai terminato. Roberto sarà quindi un complemento di vocazione.

Accordo soggetto e predicato

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Un predicato per tanti soggetti!

Quando il predicato si riferisce a più soggetti si comporta in questo modo:

– se i soggetti sono più di uno, il predicato concorda al plurale: Anna e Danilo sono una bellissima coppia

– se il soggetto è un nome collettivo, il predicato concorda al singolare: il corteo degli scioperanti ha attraversato la piazza

– se i soggetti sono più di uno e sono uniti dalle congiunzioni disgiuntive o, oppure e dalle correlative o … o (che fanno in modo che solo uno compia l’azione) il predicato concorda al singolare: Verrà tua sorella oppure tuo fratello? Non possono entrare più persone: o entra tua sorella o tuo fratello!

Attributo

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Non tutti gli aggettivi sono attributi

Prendiamo in considerazione queste tre frasi:

Giosuella è una persona gentile
Giosuella è gentile
Giosuella è considerata gentile

L’aggettivo è lo stesso, ma ha funzione di attributo solo nella prima frase, perché nella seconda e nella terza assolve, rispettivamente, alla funzione di nome del predicato e di complemento predicativo del soggetto.

Per non sbagliare, basta eliminare l’aggettivo e vedere se la frase ha ugualmente significato:

Giosuella è una persona → la frase ha ancora significato → l’aggettivo ha funzione di attributo

Giosuella è … → la frase non ha più significato → l’aggettivo non ha funzione di attributo (e la presenza del verbo essere fa capire che ha il valore di nome del predicato)

Giosuella è considerata … → la frase non ha più significato → l’aggettivo non ha funzione di attributo (e la presenza del verbo considerare, copulativo, fa capire che è un complemento predicativo del soggetto).

Non devono essere considerati attributi anche gli aggettivi sostantivati: nella frase Nel cortile dell’asilo i blu stanno nella zona con l’erba e i rossi in quella con la sabbia, blu e rossi sono due nomi, perché equivalgono a “i bambini della classe blu” e “i bambini della classe rossa”.

I complementi

Complemento oggetto

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Tra noi ci sono degli intrusi…

Mettiamo a confronto queste tre frasi:

Quando parli così, sembri tua madre!
Il tuo giudizio vale oro.
Ho chiamato la nonna.

Ognuna sembra contenere un complemento oggetto, che risponde alla domanda “chi?”, “che cosa?”. In realtà non è così: solo la terza frase contiene un complemento oggetto, mentre le altre due contengono, rispettivamente, un complemento predicativo del soggetto (riconoscibile grazie alla presenza del verbo sembrare) e un complemento di stima (riconoscibile grazie alla presenza del verbo valere).

Come fare, se ci sono dei dubbi? Una strategia molto semplice consiste nel volgere la frase al passivo: se il complemento oggetto può fare da soggetto vuol dire che è un vero complemento oggetto.

Applichiamo questa strategia alle frasi precedenti:

Quando parli così, tua madre sembri! frown trasformazione impossibile → tua madre non è un complemento oggetto

Oro vale il tuo giudizio frown trasformazione impossibile → oro non è un complemento oggetto

La nonna è stata chiamata da me laughing trasformazione possibile → la nonna è un complemento oggetto.

Complemento predicativo

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Complemento predicativo VS apposizione

Capita spesso di non riuscire a distinguere il complemento predicativo (dell’oggetto o del soggetto) dall’apposizione. In realtà è impossibile sbagliarsi, se si tiene conto di queste due semplici indicazioni:

1. l’apposizione dipende da un nome o da un pronome, mentre il complemento predicativo dipende da un verbo

2. se si elimina l’apposizione la frase ha comunque significato, mentre se si elimina il complemento predicativo essa lo perde.

Applichiamo i suggerimenti a queste frasi:

Quando ti comporti così, ti considero un bambinoun bambino dipende dal verbo considerare, per mezzo del quale si collega al complemento oggetto ti; se lo elimino, la frase non ha più significato → è un complemento predicativo dell’oggetto

Ti comporti da bambinoda bambino dipende dal verbo comportarsi, per mezzo del quale si collega al soggetto sottinteso tu; se lo elimino, la frase non ha più significato → è un complemento predicativo del soggetto

Da bambino volevi sempre la favola della buonanotteda bambino si riferisce direttamente al soggetto sottinteso tu, un pronome; se lo elimino, la frase ha ugualmente significato → è un’apposizione.

Complemento di denominazione

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Denomino o specifico?

Se si è in dubbio tra complemento di denominazione e complemento di specificazione, entrambi introdotti dalla preposizione di, si può provare a sostituire il di con espressioni come detto, detta, che si chiama, chiamato, chiamata: se la sostituzione è possibile si tratta di un complemento di denominazione, in caso contrario di un complemento di specificazione.

Ecco un esempio di applicazione di questo stratagemma:

La festa dell’(= chiamata) Assunzione è più nota con il nome di (= detto) Ferragosto → le sostituzioni sono possibili → sono complementi di denominazione.

Il barbecue di (= chiamato) Ferragosto è un appuntamento immancabile! → la sostituzione non è possibile → non è un complemento di denominazione ma di specificazione.

Complemento di termine

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Cui o a cui?

Davanti al pronome relativo cui in funzione di complemento di termine si deve mettere la preposizione a?
La scelta è del tutto libera: si può pertanto dire

Il vigile, cui ho chiesto indicazioni, è stato gentilissimo.
Il vigile, a cui ho chiesto indicazioni, è stato gentilissimo.

Complemento di qualità

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Prova… qualità!

Se si è in dubbio tra un complemento di qualità e altri complementi (in particolare quello di modo e di unione), si può provare a sostituire la preposizione che lo introduce (di solito di, con, a…) con espressioni come con la caratteristica di, con la qualità di: se la sostituzione è possibile si tratta di un complemento di qualità, in caso contrario di un altro complemento.

Ecco un esempio di applicazione di questo stratagemma:

La pasta al ragù (= con la caratteristica di essere) è il mio piatto preferito → la sostituzione è possibile → è un complemento di qualità.

La pasta con (= insieme ai, non con la caratteristica di) pomodorini e zucchine è la mia preferita → la sostituzione non è possibile → non è un complemento di qualità (ma di unione).

Complemento di materia

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Specifichiamo la materia!

La preposizione di introduce sia il complemento di materia che quello di specificazione: per distinguerli, basta fare attenzione all’informazione prevalente.

Così, se possiedo un anello d’oro vuol dire che possiedo un anello fatto di oro, e dunque d’oro è un complemento di materia; se invece ho trovato una miniera d’oro sono molto fortunato, perché specifico di aver trovato, tra tutti i possibili metalli, proprio il più prezioso: d’oro, in questo caso, è dunque un complemento di specificazione.

Complemento di origine

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Da perderci… la testa!

Tre complementi introdotti dalla preposizione da possono essere facilmente confusi: si tratta del complemento di separazione, del complemento di origine e del complemento di moto da luogo.
Per non fare confusione, occorre tenere presente che

– il complemento di separazione indica uno stato, una condizione

– il complemento di origine indica una provenienza che non implica uno spostamento

– il complemento di moto da luogo prevede un movimento reale.

Avremo così:

Oggi sono libero da ogni impegno lavorativo (→ sono separato da ogni impegno → è una condizione → complemento di separazione), per questo uscirò da casa (→ c’è un movimento reale → complemento di moto da luogo) con calma: prenderò il treno proveniente da Lodi (→ c’è un movimento reale → complemento di moto da luogo) e incontrerò un vecchio amico, proveniente da una ricca famiglia napoletana (→ mette in evidenza la provenienza / origine → complemento di origine).

Complemento di abbondanza e di privazione

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Abbondo e sono privo di…

La preposizione di introduce, oltre al complemento di specificazione, anche il complemento di abbondanza e di privazione. Per non fare confusione, basta ricordare che i complementi di abbondanza e di privazione sono retti solo da verbi e da aggettivi, mentre il complemento di specificazione può essere retto anche da un nome.

Possiamo vederne un esempio in questa frase: Il monolocale al momento è privo di mobili (→ complemento di privazione, riconoscibile anche grazie alla presenza dell’aggettivo privo) e pieno di polvere (→ complemento di abbondanza, riconoscibile anche grazie alla presenza dell’aggettivo pieno), ma c’è lo stesso abbondanza di richieste d’affitto! (→ complemento di specificazione, perché il sostantivo abbondanza può reggere solo un complemento di specificazione).

Complemento di colpa e di pena

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In galera!

Quando si parla di colpe bisogna prestare attenzione al tipo di verbi e di sostantivi usati: verbi come accusare, condannare, imputare… (e nomi come accusa, condanna, colpa…) prevedono, infatti, il complemento di colpa, mentre verbi come assolvere e scagionare (e nomi come assoluzione) quello di separazione.

Nella frase L’imputato è stato assolto dal reato di peculato, ma ha avuto una condanna per truffa, il sintagma dal reato è complemento di separazione, perché il condannato viene separato dal reato di peculato, mentre per truffa è un complemento di colpa, perché indica la colpa per cui è stato condannato.

Complemento di stima e di prezzo

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Prezzi e stime

Quando si parla di prezzi e di stime, si deve prestare attenzione a non fare confusione:

– il complemento di prezzo identifica l’ammontare del costo

– il complemento di stima indica il valore.

Nella frase Questa collana dieci anni fa è costata cento euro, ma ora ne vale duecento, il primo sintagma è un complemento di prezzo (riconoscibile anche grazie alla presenza del verbo costare), il secondo di stima (riconoscibile anche grazie alla presenza del verbo valere).

Complemento di relazione o rapporto

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C’è con e con

La preposizione con introduce sia il complemento di relazione che quello di compagnia e di unione: per distinguerli, basta fare attenzione all’informazione prevalente.

Così, se ho parlato con Carlo del mio nuovo progetto, ho avuto con lui uno scambio di parole, che mi fa capire che con Carlo è un complemento di relazione; se invece sono andata a far colazione con Carlo, metto in evidenza con chi ho compiuto questa azione: in questo caso con Carlo è un complemento di compagnia.

Per non sbagliare, basta dunque provare a verificare se la preposizione con può essere sostituita con espressioni come in compagnia di, insieme a: se ciò è possibile, il con introduce un complemento di compagnia.

Complemento di paragone

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La doppia vita di PIÙ DI

Quando un rapporto di maggioranza o di minoranza è seguito dall’espressione più di, bisogna fare attenzione a non confondersi: il complemento di paragone dipende sempre da un comparativo, mai da un superlativo! In questo caso, infatti, si tratta di un complemento partitivo.

Così in
Sono più preparato dei miei compagni troviamo un complemento di paragone, perché prima c’è un comparativo

ma in
Sono il più preparato dei miei compagni troviamo un complemento partitivo, perché prima c’è un superlativo relativo.

In caso di dubbio basta provare a sostituire la preposizione di con la preposizione tra: se la sostituzione è possibile, il complemento è partitivo!

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PIÙ DI oppure PIÙ CHE?

Quando si esprime un rapporto di maggioranza o di minoranza, il secondo termine è solitamente introdotto da di (Paola è più simpatica di Chiara).

Si preferisce usare che quando la comparazione avviene tra

due nomi o due pronomi preceduti da preposizione (È più famoso in Italia che all’estero)

due verbi, due avverbi o due aggettivi (“Guardare la tv è più utile che leggere!” “La prossima
volta rispondi più lentamente che precipitosamente: sono più arrabbiato che stupito per la tua
superficialità.”).

Schemi riassuntivi

Ogni preposizione può introdurre diversi complementi, rendendone a volte difficile il riconoscimento. Per questo richiamiamo le principali funzioni di ciascuna delle preposizioni proprie e della particella ne con pratici schemi che possano facilitarne il riconoscimento.

La preposizione DI

Prima di analizzare la funzione della preposizione DI, occorre essere certi che si tratta della preposizione e non dell’articolo partitivo del, dello, della, dei, degli, delle.

Ricordiamo che in caso di dubbio basta sostituire del, dello, della con “un po’ di” e dei, degli, delle con “alcuni / alcune”: se la sostituzione è possibile, si tratta di articoli partitivi, in caso contrario, di preposizioni articolate.

Se si tratta di articolo partitivo, possiamo identificare la presenza di

– soggetto (Sono passati dei treni, ma dei suoni ne hanno annunciato l’arrivo)

– parte nominale (I criceti sono degli animaletti deliziosi)

– complemento oggetto (Vuoi dei biscotti?).

Se si tratta di preposizione, potrà essere utile consultare questo schema riassuntivo:

LA SOFISTERIA SCHEMI RIASSUNTIVI - 1200X800 - PREPOSIZIONE DI
ma anche complemento

– predicativo del soggetto (Il soldato fu messo di vedetta)
– predicativo dell’oggetto (Misero il soldato di vedetta)
– di denominazione (Il mese di maggio)
– partitivo (Uno di noi)
– di origine / provenienza (Sono di famiglia ricca e di Roma)
– di paragone (Più bello di te)
– di abbondanza (Pieno di soldi)
– di privazione (Manca di idee)
– di colpa (Colpevole di omicidio)
– di pena (Multa di 15 euro)
– di peso (Una valigia di due chili)
– di misura (Delle scarpe del 40)
– di estensione (Una scorciatoia di pochi chilometri)
– di età (Un bambino di dieci anni)
– distributivo (Di dieci in dieci)

La preposizione A

LA SOFISTERIA SCHEMI RIASSUNTIVI - 1200X800 - PREPOSIZIONE A
ma anche di complemeto

– di vantaggio (Fa bene a te)
– di svantaggio (Fa male a te)
– di limitazione (A mio parere hai ragione tu!)
– di qualità (Quaderno a quadretti)
– di pena (È stata condannata all’ergastolo)
– di prezzo (Viene venduta a dieci euro)
– di paragone (Nettamente superiore a te)
– di misura (Viaggiava a cento chilometri all’ora)
– distributivo (A due a due)

La preposizione DA

Prima di analizzare la funzione della preposizione DA, è bene escludere che essa introduca una semplice apposizione, come accade, per esempio, nella frase Da bambino eri una peste. Per ottenere questo risultato, basta provare a sostituire da con come, in qualità di: se la sostituzione è possibile, si tratta di un’apposizione.

Attenzione, però, a non dimenticare che questa stessa regola vale per identificare anche il complemento predicativo del soggetto (Ha fatto tutto da solo) e dell’oggetto (Ti trattiamo da amico). Se dovessero esserci dubbi in tal senso, invitiamo a consultare la scheda intitolata Complemento predicativo vs apposizione.

LA SOFISTERIA SCHEMI RIASSUNTIVI - 1200X800 - PREPOSIZIONE DA
ma anche complemento

– di limitazione (Sordo da un orecchio)
– di stima (È un problema da poco)
– di prezzo (Una collana dal prezzo proibitivo)
– di peso (Porta un sacco da due chili)
– di misura (In una bottiglia da un litro)
– di distanza (A dieci chilometri da te)

La preposizione IN

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La preposizione CON

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La preposizione SU

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La preposizione PER

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ma anche complemento

– di scambio / sostituzione (Parlo per tutti)
– di misura (Per tre interi chilometri non c’è niente)
– di pena (Fu multato per mille euro)
– di prezzo (Lo vendono per pochi euro)
– di distribuzione (Uno per volta!)
– esclamativo (Taci, per Giove!)

La preposizione TRA / FRA

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La particella NE

La particella ne può assumere il valore di diversi complementi, tra cui i principali sono

– di specificazione (I Romani distrussero la città e ne (= di lei) fecero prigionieri gli abitanti)

– partitivo (Il mister ha convocato dieci giocatori, ma ne (= tra loro) ha scelti solo sette)

– di causa (Hanno litigato per colpa mia e me ne (= a causa di questo) pento!)

– di mezzo (Ho raccolto le mele e ne (= con loro) ho fatto un’ottima marmellata)

– di agente (Ho aiutato il mio vicino di casa e ne (= da lui) sono stato lautamente ricompensato)

– di causa efficiente (Ho visto il suo lavoro e ne (= da lui) sono rimasto stupito!)

– di argomento (Ne (= di questo) riparliamo domani con calma)

– di moto da luogo (Adesso me ne (= di qui) vado!)

– di origine (Non provocate rancori, ne (= da loro) potrebbero derivare terribili conseguenze)

– di separazione (Amo così tanto il mio cane che non vorrei mai separarmene (= da lui)!)

– di abbondanza (Il pero ha fatto tanti frutti, ne (= di loro) ho piena la casa!)

– di privazione (Le figurine degli animali hanno avuto così tanto successo che ne (= di loro) sono rimasto privo già da ieri)

– di colpa (Il sospettato di omicidio ne (= di questo) fu subito accusato dopo la scoperta del cadavere).

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