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grammatica e letteratura italiana | latina | greca

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Il mare è tutto azzurro

in TESTI \ PENNA SANDRO \ L’ETÀ CONTEMPORANEA \ LETTERATURA ITALIANA

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Il poeta Sandro Penna descrive il mare.
1Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
4di gioia. E tutto è calmo.

S. Penna, Tutte le poesie, Garzanti, Milano

1Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
4di gioia. E tutto è calmo.

S. Penna, Tutte le poesie, Garzanti, Milano

La semplicità di questi versi, come accade sempre nella poesia di Penna, è solo apparente. Fin dalla prima lettura risulta infatti evidente che questo paesaggio viene presentato in due modi diversi.

Il primo, affidato ai versi 1 e 2, si limita a una semplice descrizione del suo aspetto esteriore, che ne mette in risalto il colore azzurro e la calma, intesa come assenza di movimento (marosi, frangenti o risacca); il secondo, presentato nei due versi successivi, nasce, invece, dalla sua percezione interiore, giacché esso infonde un’intensa sensazione di gioia nell’animo del poeta che lo contempla in silenzio. La calma azzurra del mare, insomma, determina una sorta di fusione tra l’uomo e la natura, poiché entrambi condividono la medesima sensazione di appagante serenità, che si colora d’azzurro perché nasce dal mare ma anche – e soprattutto – perché in poesia il colore azzurro si lega sempre a un contesto positivo. E rimanda, infatti, a una sensazione di positività anche la chiusa del componimento, che attribuisce a tutto – e quindi anche al poeta – la stessa calma del mare.

È proprio la calma l’elemento che il poeta vuole sottolineare nei suoi versi. Per ottenere questa sensazione egli utilizza quattro versi settenari, sempre accentati sulla 2ª, 4ª e 6ª sillaba: la scelta di mantenere gli accenti ritmici nella medesima posizione crea un ritmo regolare, che ben si adatta alla rappresentazione dello sciabordio delle onde del mare che si increspano leggere sulla spiaggia…

Questo effetto ritmico è accentuato e amplificato dalla ripetizione di parole e di intere espressioni: nello spazio di pochi versi il poeta ripete per ben tre volte l’aggettivo tutto; i primi due versi si differenziano solo per il cambio di un aggettivo (azzurro / calmo), mentre la prima parte è identica, in anafora; il secondo e il quarto verso si chiudono con la rima identica dell’aggettivo calmo. Questa scelta obbedisce a due intenti ben precisi. Il primo è quello di sottolineare e di ribadire i termini più importanti del componimento (l’aggettivo tutto, per esempio, dà l’idea di un completo annullamento nella calma che infonde la vista del mare); il secondo è quello di creare una sensazione di ripetitività che richiama, proprio come già visto per il ritmo, il rasserenante movimento regolare delle onde.

Anche la struttura dei versi sottolinea la sensazione di calma che il poeta intende descrivere. I primi due versi, infatti, sono caratterizzati dalla perfetta coincidenza tra unità sintattica (la frase) e unità metrica (il verso): entrambi terminano, infatti, con un punto fermo. Proprio questa perfetta coincidenza mette in risalto la mancata analoga coincidenza che caratterizza i versi 3 e 4, in cui un enjambement separa il sostantivo urlo dal suo complemento di specificazione, di gioia, mettendolo prepotentemente in risalto. È infatti quest’urlo di gioia a concretizzare la calma che il mare regala al poeta con il suo azzurro, con cui il termine urlo crea, non a caso, un’assonanza: l’urlo, tutto interiore (come suggerisce l’avverbio quasi), placa la tensione della vita del poeta (caratterizzata da alcune sofferenze private, legate soprattutto alla sua omosessualità) nella gioia di una vera e propria fusione con la natura, che lo fa sentire finalmente appagato e risolto, una docile fibra dell’universo, come direbbe l’Ungaretti de I fiumi.

E quest’urlo interiore determina a sua volta nel poeta quella strana gioia di vivere che lo accompagna anche nei momenti più duri e che dà il titolo a una delle sue più famose raccolte.

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